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Descrizione
La nozione di “esercizio” è il nodo centrale della teoria antropologica. Attraverso un confronto con la filosofia di Epitteto, la natura umana è presentata nel testo come capace di elaborare ipotesi su di sé e costretta a immaginare luoghi di allenamento per tali ipotesi. La vita umana valuta se stessa poiché il soggetto, vivendo, inciampa nella doppia domanda: Cosa posso fare della vita? Come devo vivere? In altre parole, perché non sa come usare questa vita e le sue facoltà. La lettura critica del Manuale e delle Diatribe segue l’intreccio tra antropologia e filosofia del linguaggio sviluppato da Tugendhat, la nozione di cura di sé elaborata da Foucault nei corsi dedicati all'ermeneutica del soggetto e al governo di sé e l’antropotecnica elaborata da Sloterdijk. In questo quadro il soggetto umano si costituisce a partire dall’esperienza di una vita indisciplinata e che sfugge al controllo. La vita del soggetto non è, dunque, solo un insieme di esercizi, usi e progetti, di “io devo” e di “io voglio” che mantengono il controllo, ma è anche un’apertura al vuoto della contingenza e della fortuna. Partendo da queste premesse l’autore propone un’interpretazione dell’esercizio filosofico, inteso come un continuo tentativo di prendere confidenza con la distanza che separa “progetto” e “vita”, uno scarto che produce effetti e accompagna ogni singola biografia. Un prendersi cura della distanza da sé, lasciando cadere lo sforzo di poterla, in qualche modo, colmare.
Dettagli
Categorie
Dimensioni del file
1,6 MB
Lingua
ita
Anno
2020
Isbn
9788893142489