Criteri di deducibilità delle passività e limiti quantitativi del tributo successorio
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Descrizione
Il tributo successorio ha una duplice funzione: procurare entrate all’erario; redistribuire la ricchezza.In questa prospettiva, il legislatore assoggetta ad imposizione soltanto l’incremento netto di ricchezza, determinato deducendo le passività dagli elementi attivi del compendio ereditario. Tale incremento, fungendo da base imponibile, è il parametro di commisurazione del tributo.Tuttavia, il sistema è dotato di regole rigorose, che fissano i presupposti per la deducibilità delle passività. Il regime non prevede requisiti intrinseci della passività, ma esige l’esistenza del debito al momento di apertura della successione e la sua inerenza alla massa imponibile.Nella conformazione delle fonti, invece, non è più richiesta né la liquidità, né la certezza del debito e neppure che la passività sia non litigiosa o indiscussa fin dall’origine. Il modello consente di dedurre anche spese e costi non prettamente ereditari, legati alla vicenda successoria complessivamente considerata.L’architettura dei limiti quantitativi del tributo è affidata alla disciplina delle riduzioni e delle detrazioni: la riduzione consiste in una modifica opportuna o conveniente dell’imposta, limitata dal punto di vista quantitativo, e non comporta una trasformazione del tributo, ma una mera diminuzione, che non ne altera la natura; la detrazione, consiste in un’operazione di sottrazione, che permette di diminuire l’imposta altrimenti dovuta.
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493,9 KB
Lingua
ita
Anno
2014
Isbn
9788899068141