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William Goldman

Pare che i genitori di William Goldman – nato a Highland Park, fuori Chicago, nell’estate del 1931 – abbiano sempre fatto fatica a trascinare il figlio fuori dalle sale cinematografiche. William divora pellicole di ogni genere e specie, ed è impossibile farlo alzare dalla poltroncina prima della terza visione. Qualche anno più tardi, comincia a scrivere. Teatro, racconti e romanzi serissimi. Ma non ingrana. Passa al thriller ed ecco che dalla penna gli sguscia il soggetto – poi la sceneggiatura – del Maratoneta. Si aprono le danze, e il mondo del cinema scopre un protagonista. In quarant’anni di carriera ne scrive di tutti i colori – a volte anche in incognito – vince quasi tutto quel che si può. Per citare due soli fra gli Immortali, ricordiamo Tutti gli uomini del Presidente, e Butch Cassidy & the Sundance Kid. A Hollywood preferiva starci il meno possibile, però, e vivere invece a New York, dove lasciava spazio alla sua anima di narratore puro. Tra i suoi romanzi ci sono capolavori come La principessa sposa e Il maratoneta, entrambi trasformati, sempre grazie a lui, in pietre miliari del cinema. Il silenzio dei gondolieri è una vera perla nascosta riscoperta grazie al traduttore, Dimitri Galli Rohl. Si narra che Goldman abbia avuto una folgorazione durante la sua prima visita a Venezia, e sia corso in albergo a scrivere questa storia che si era visto nella testa ‘già completamente formata’. Goldman è morto a New York nel 2018, celebrato in tutto il mondo per l’inventiva impareggiabile e l’elegantissima ironia.